di Riccardo Rocchesso – ll Covid manda in crisi anche l’Avis. GIà, la colpa è solo del “virus” (o così almeno i media ci raccontano): “La quarantena costringe i nostri donatori a non potersi recare ai consueti appuntamenti – spiega il presidente Paolo Monti – . All’inizio di quest’anno, l’attività è diminuita del 30% rispetto al 2021″. E questo è un grosso problema per lo Stato e per chi necessita urgentemente di una donazione di sangue.
Anche perchè il sangue donato dai vaccinati, volendo fare i complottisti, secondo molte indiscrezioni (che stanno avendo però conferme nel settore), sembrerebbe decisamente “diverso” da quello di chi non ha deciso di farsi il siero. Le sacche degli inoculati, infatti, secondo alcune “testimonianze private”, che non trovano alcuna conferma ufficiale (per il momento, ndr), coagulerebbero più in fretta di quello dei non vaccinati.
Ovviamente il Governo smentisce, e smentirà sempre questa notizia come già in passato dopo la polemica innescata da Enrico Montesano. Ma nel frattempo “permette”, ai propri cittadini di Serie B, quelli lasciati a casa senza lavoro e senza vita sociale a causa di un ricatto, di poter donare il sangue. Ma guarda che coincidenza.
E forse proprio qui si spiega quel 30% in meno delle donazioni, che sicuramente non agevolano e aiutano il sistema nazionale sanitario. Ma quanti di noi credono ancora nella nostra Sanità pubblica?
Forse Il binomio “ti tolgo il lavoro ma voglio il tuo sangue”, molto probabilmente, non ha funzionato.
E se si pensa alle parole pronunciate da Luc Montagnier sabato a Milano: “I non vaccinati salveranno il mondo”, vengono i brividi.
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