Ci rinchiusero. Ci dissero che dopo 10 giorni saremmo tornati ad abbracciarci più forte di prima. Ci assicurarono che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Passarono settimane, mesi. Tra un bollettino dei morti ed un dolce fatto in casa. Tra un telegiornale che narrava l’apocalisse in corso ed una serie tv all’ora del thè scivolavano le nostre esistenze. Gozzovigliavamo beati, ignari di ciò che stava realmente accadendo. Della reale portata degli eventi, del mutamento in atto.Venne l’estate. L’incubo sembrò cessare. Sbagliavamo. Era solo l’inizio. In autunno ci rinchiusero di nuovo. Colpa dei vacanzieri, dissero. Della loro scelleratezza, della loro voglia di vivere. Tutto ricominciò da capo, come in un gigantesco gioco dell’oca. Scuole chiuse per focolai di asintomatici, mascherine, distanziamento, regioni colorate, attività serrate. Nel frattempo la svolta. Ecco il cambio di governo, la cura miracolosa. Ecco il va**ino. Guarirete, ci dissero. Tornerete liberi. Non andrete in terapia intensiva. Vi salverete dalla catastrofe. Poco importa se è sperimentale. Lo renderemo, in qualche modo, obbligatorio. Fatelo anche ai bambini, lo dicono i pediatri. È un atto di fede. È la metamorfosi degenerativa dell’uomo in cavia. È la fiducia incondizionata verso l’autorità, che arriva a disporre financo del corpo umano. La realtà è che da quel marzo 2020 i nostri carcerieri hanno buttato le chiavi delle nostre celle in un pozzo profondo. Siamo reclusi in una prigione di cui i più ignorano le sbarre. Ed ora che la retorica liberale che criminalizzava l’esistenza stessa dei confini legittima un pass per muoversi semplicemente da una regione all’altra della stessa nazione, ora che il mostruoso impianto normativo a supporto della nuova normalità sta prendendo forma sotto l’ombrellone, ancora nessuno sembra rendersi conto a cosa stiamo andando incontro, convinti, come sono,che una punturina magica possa risolvere ogni sorta di problema. Che restituisca loro indietro la vita, il tempo perduto. “Ad occhi storti”, scrisse Tolkien ” il volto della verità può apparire un ghigno”. Oggi è proprio il caso di ribadirlo. La cecità, nel nostro sciagurato evo, regna sovrana.
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