Cerchiamo di essere realisti. Mettiamo caso che, utopicamente, entro la fine dell’anno saremo tutti vaccinati. Riprenderemo quindi la vita di prima, senza alcun problema, senza più lasciapassare e senza alcuna restrizione? Ovvio che no. Ciò significherebbe, per loro, aver gettato all’aria anni di lavoro. A che pro? Per una inoculazione di massa? Siamo seri, non è così.
Siamo di fronte ad un’ opera strategico politica che ha richiesto uno sforzo propagandistico enorme con tutte le tecniche psicologiche più efficaci ad oggi conosciute. Quindi, toglietevi dalla testa le cose che vi raccontano: “son arrivate le cure”, “il castello sta cadendo”, “la gente ormai ha capito”, “la costituzione lo vieta”. Pensate di aver a che fare con degli sprovveduti, credete che quanto sta avvenendo sia stato improvvisato? Evidentemente non avete osservato bene il procedere degli eventi. Ricordatevi che un regime non conosce leggi né costituzione. Il tempo della trasformazione antropologica e sociale è ancora troppo breve.
Non finisce tutto con la vita che torna normale e con le multinazionali che gioiscono. E’ in gioco ben altro e solo personaggi davvero influenti o imprevisti incidenti di percorso potranno fermare questa deriva.L’unica via pacifica, applicabile “dal basso”, potrebbe essere quella di un popolo coeso che disapplica le regole. Ma vi sembra il nostro caso? Guardiamoci attorno, i nostri concittadini sono già euforici del loro grottesco pass e vogliono tenere i pericolosissimi “novax” distanti.
Ci aspettano mesi difficili, resistere è l’imperativo. Ma una cosa è certa, lo dissero loro stessi a inizio farsa: “nulla sarà più come prima”. Bisogna iniziare a prendere coscienza che stare in questa società sarà sempre più difficile.Tornare all’autoproduzione e fuori dalla vita urbana o combattere con astuzia nella già avviata società distopica digitalizzata del controllo. Non c’è altra scelta.