La civile disobbedienza aiuta a riconoscersi

È vero, siamo in nettissima minoranza, ma in realtá siamo molti di più di quello che crediamo di essere.
Il problema, banalmente, è il conformismo di tanti. Per quieto vivere molte persone, consapevoli degli avvenimenti in corso, quotidianamente si mascherano come dei ladri ed annuiscono quando quel conoscente / parente / collega che incontrano, attacca bottone con stupidaggini sentite alla tv sulla “pandemia”.
Molti hanno timore di venire esclusi dalla propria cerchia di amicizie e si adattano alla corrente. Poi ci sono gli indecisi, quelli che: “qualcosa non mi torna”. Costoro vengono riportati coi piedi per terra facilmente da chiunque gli dica “Eh, vedi che io ho un amico che è stato intubato, era sano!” o dal medico che lo bacchetta “vieni a farti un giro negli ospedali!”. Altri soggetti da nascondino sono poi i tiepidi, quelli che introducono i discorsi con “io non sono negazionista eh, il virus c’è c’è c’è!”. Anche tali elementi si mimetizzano nella nebbia pandemica.

Infine ci sono quelli che negano ma che nel profondo hanno compreso che sta accadendo qualcosa di anomalo. Costoro hanno però bisogno di negarlo a se stessi. Il riconoscere la verità, li obbligherebbe ad assumersi delle responsabilità, il loro é semplice istinto di autoconservazione, preferiscono mettere in dubbio chiunque li induca al pensiero critico definendoli complottisti. Insomma, giá siamo pochi, se poi si conduce una vita ordinaria obbedendo a qualsiasi cosa, defilandosi di continuo, diviene difficile anche solo incrociarsi in mezzo alla mandria manipolata ed ipocondriaca. La civile disobbedienza aiuta a riconoscersi.

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